Un affollato Politeama ringrazia la 29° edizione della Biennale dell’Umorismo nell’Arte di Tolentino che ha scelto di omaggiare il Vignettista italiano per eccellenza, Sergio Staino, consegnandogli uno speciale Premio alla Carriera.
Un’edizione che si è potuta svolgere grazie alla promozione e alla costante collaborazione del Comune di Tolentino; soddisfatto per i risultati, il sindaco Giuseppe Pezzanesi: “Un’occasione unica per contribuire alla ripresa del territorio, la nostra è una città che si è sempre distinta per innovazione artistica e promozione turistica; rilanciamo così il dibattito culturale intorno ai temi legati e presentati dalla nostra Biennale dell’Umorismo, eccellenza che parte da Tolentino ma che ha dimostrato di avere un seguito internazionale”. Particolarmente entusiasta anche Alessia Pupo, Assessore alla Cultura della città: “La Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte è una perla che contraddistingue il nostro territorio e la nostra città insieme al suo Museo e al Festival dell’Umorismo al Castello della Rancia: c’è una forte necessità, dopo gli eventi sismici, di legare il territorio e la cultura, perché crediamo che l’arte sia un momento importante di riflessione e di riedificazione della comunità”.
Un’intera serata dedicata all’umorismo, quello disegnato, scritto, recitato e oggi anche su internet. Ha avuto inizio così lo spettacolo conclusivo di Biumor 2017, con il discorso inaugurale del direttore artistico della Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte, Evio Hermas Ercoli, che ridefinisce e si interroga sulle nuove domande che la contemporaneità ci pone di fronte. Un discorso che guarda al futuro dell’umorismo e a quello della Biennale: il web.
Protagonista assoluto della serata spettacolo, Sergio Staino, che è stato intervistato dalla direttrice artistica di Popsophia, Lucrezia Ercoli, insieme alla quale ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera: dal debutto nel lontano 1979 sulla rivista Linus con il personaggio che lo ha reso noto in tutto il mondo, Bobo, l’alter ego stesso dell’autore. Da allora l’ironico militante di base del PCI ha sempre commentato con affetto e saggezza gli eventi della politica italiana e internazionale, insieme a sua moglie Bibi e ai suoi figli, Ilaria e Michele. Bobo, infatti, non è solo il protagonista di una striscia satirica, ma è ormai la “maschera” bo-naria e disincantata che accompagna la fine dell’illusione comunista e tutti i grandi cambia-menti politici dell’epoca contemporanea. “Bobo ovviamente nasce come auto caricatura, è stata la vera intuizione che mi ha cambiato la vita, in un periodo per me molto difficile – ha proseguito poi – ritengo che Bobo è davvero l’antidoto al linguaggio dell’odio: la satira è una seminatrice di dubbio, ed è il dubbio la chiave del progresso”.
Si è conclusa la serata di Biumor 2017 in compagnia del comico Piero Massimo Macchini con il suo intervento “Umorismo 3.0”. Reduce da diverse e qualificanti esperienze professionali nel mondo della comicità approda al cine teatro Politeama presentando il suo ultimo progetto, di cui è ideatore e direttore artistico, “Marche Tube”, il famoso sito per “conoscere le Marche senza capirci un tube”: il portale che ironizza sugli stereotipi della marchigianità. Era proprio questo l’obiettivo dell’incontro che è stato magistralmente condotto dal direttore artistico della Biennale, Evio Hermas Ercoli: far emergere i “nuovi umoristi”, quelli cresciuti con la connessione. “La mia comicità intende partire dal basso, penso che il comico sia colui che debba prendersi i colpi e mettersi in gioco in prima battuta”.