Tre saranno le mostre di questa V edizione di Biumor, il festival della filosofia dell’umorismo, che torna nella bellissima cornice del Castello della Rancia a Tolentino per tre giornate, dal 25 al 27 agosto, dedicate al volto di una delle maschere comiche più tragiche del Novecento italiano: Paolo Villaggio.
“Dalla grafica, passando per la videoinstallazione, fino alla fotografia, Biumor 2017 sarà il grimaldello della sperimentazione delle arti visive” – ha dichiarato la direttrice artistica di Popsophia, Lucrezia Ercoli – “Queste collaborazioni nascono per dialogare con una storia e con dei luoghi, la popsophia fa proprio questo: rende umano il pensiero usando la forza delle immagini”.
POPPISMI è il nome della mostra a cura dell’artista tolentinate Giorgio Leggi: le sue sperimentazioni grafiche interpretano i luoghi e i temi delle tante edizioni del festival Popsophia. Spunti di riflessione inediti e creativi commentano i riti del viandante contemporaneo – dal cinema alla fotografia, dalla televisione ai social network – e alimentano la nostalgia di luoghi incantati ammaliano il presente. Giorgio Leggi dal 1987 sovrintende alla realizzazione dei cataloghi e dei volumi monografici della Biennale dell’Umorismo e del Museo della Caricatura di Tolentino. Da cinque anni è curatore dell’immagine di Popsophia e Biumor: i concetti filosofici più astratti sono trasformati in immagini iconiche grazie alla trasfigurazione di riferimenti alla storia dell’arte tradizionale, a personaggi della cultura pop, a simboli della società di massa.
Matteo Catani, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Macerata, porterà al Castello della Rancia BI|UNIVOCO: una video installazione che offre al visitatore un’esperienza emozionale attraverso visioni contrapposte ma corrispondenti e interconnesse tra loro. Un progetto che, con un gioco di simmetrie, fa sorridere, ma anche pensare. Una collaborazione che rimarca la forza comunicativa delle videoinstallazioni che, attraverso l’uso del video e del sonoro, aggiungono pathos al ragionamento filosofico sull’umorismo. “Bi|univoco – ha spiegato l’autore – gioca con la percezione dello spettatore e trasforma lo spazio offrendo un viaggio emozionale guidato dalle immagini, che interagiscono con le architetture della splendida cappellina del castello”.
“Davanti all’obiettivo io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte” ha scritto splendidamente Roland Barthes. Seguendo questo spunto, la fotografa Cecilia de Dominicis ha raccolto nella mostra CLICK i risultati della partecipazione di Popsophia all’arte del ritratto. Filosofi, artisti e giornalisti si sono lasciati immortalare e interpretare dalla sua macchina fotografica, in una sequenza pungente di ritratti emotivi e pensierosi. Cecilia de Dominicis, che nel 2016 ha conseguito il diploma accademico di secondo livello in Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, si confronta con la ritrattistica, un genere fotografico sempre più richiesto e complesso, dato lo studio della composizione, della luce e dell’equilibrio per cogliere quello che Barthes definisce Punctum, ossia l’essenza dello scatto.