Tra un Giorgio Morandi versione fumetto di Maicol&Mirco e la comicità marchigiana di Piero Massimo Macchini si è aperto oggi pomeriggio Biumor. Una serie di incontri che hanno animato dal pomeriggio il teatro Politeama per celebrare i 10 anni dall’arrivo del festival ideato da Popsophia sulla filosofia dell’umorismo. Per l’occasione è stato realizzato un cortometraggio che ha condensato questi dieci anni, raccontando la genesi del progetto e i tanti ospiti e temi toccati dal festival a partire dal 2013. Dalla filosofia di Fantozzi, agli eroi e super eroi dei fumetti, da Topolino alle canzoni di Elio e le storie tese e Cochi e Renato e Rino Gaetano. Assieme a filosofi, giornalisti, scrittori, comici e nuovi fenomeni della satira e dell’umorismo sul web e sui social.
Presente fra il pubblico anche Stefania Mari, figlia di Luigi Mari, il promotore nel 1961 della prima Biennale dell’Umorismo nell’arte. “Ha del miracoloso che una manifestazione sia così longeva – ha esordito Hermas Ercoli – siamo riusciti a traghettare il concorso dall’analogico al digitale e a portarlo nel nuovo millennio. Oggi è un unicum in Italia, un vero fenomeno internazionale con 2400 opere arrivate da tutto il mondo”.
“Sono felice di festeggiare i 10 anni di Biumor, la longevità della Biennale e l’ingresso in un modo di pensare diverso – ha detto il sindaco Mauro Sclavi – aver lasciato gli artisti liberi di scegliere il tema è stato un grande brainstorming internazionale. Siamo un piccolo punto nel mondo, ma possiamo dire la nostra”.
Hermas Ercoli ha poi mostrato la selezione delle opere che comporranno la mostra e sottolineato l’inquietudine di fondo che ha caratterizzato tutte le opere: “guerre, disperazione, morte, ambiente, emigrazioni. Non sono opere per sorridere, non c’è niente da ridere, sono richieste d’aiuto, l’umorismo è strumento di denuncia”.
A interrogarsi sul linguaggio dell’umorismo Michael Rocchetti, presidente di giuria intervistato da Lucrezia Ercoli, che ha commentato le opere arrivate, ma anche parlato del suo ultimo libro dedicato a Giorgio Morandi. Non semplicemente una biografia sul pittore bolognese, ma una domanda sulla sua poetica.
“Non abbiamo dato un tema e il tema si è dato da solo – ha sottolineato Maicol&Mirco – è naturale che la contemporaneità entri nelle opere. La tragedia senza umorismo non può esistere ed è naturale che gli artisti cerchino di ridere anche di questo. Anche nei miei fumetti ho dato vita a personaggi che ho visto e sentito, che usano lacrime e risate con la stessa naturalezza. Forse è per questo che i lettori si ritrovano in questo specchio rosso.” Il fumettista ha poi raccontato la genesi del libro su Morandi: “Ho conosciuto Morandi quando ero in fissa con l’arte contemporanea più estrema, e grazie a lui ho fatto pace con la pittura. Riesce a essere antico, ma attuale, ha dipinto sempre la stessa cosa senza fare sempre la stessa cosa”.
La direttrice artistica Lucrezia Ercoli ha poi lanciato il cortometraggio realizzato da Riccardo Minnucci che racconta i 10 anni del festival fra terremoto, Covid, premio Comedy report e ricordando anche i tanti volti amici del festival che sono scomparsi, da Monia Andreani a Giulio Giorello e Luca Boschi fino a Sergio Staino. “Un progetto culturale intorno alla filosofia della risata, una riflessione seria su ciò che serio non è attraverso i nuovi linguaggi del contemporaneo. Un’idea innovativa che ha richiamato l’attenzione della stampa nazionale e che ha portato al castello della Rancia pubblico da tutta Italia. Lasciamo un’eredità culturale di cui siamo orgogliosi, che è cresciuta e maturata negli anni, affrontando tutte le sfaccettature di ciò che più contraddistingue l’essere umano: la capacità di ridere”.
Macchini che ha saputo dosare la comicità della battuta e della marchigianità con la sensibilità e lo spazio per le lacrime perché “non potremmo ridere senza aver sperimentato il pianto”.